La disabilità e la forza dei sogni

al centro Fabio Merlino, a sinistra Luca Mercuri

al centro Fabio Merlino, a sinistra Luca Mercuri

di Anna Maria Funari

“Buongiorno, mi chiamo Fabio Merlino, ho 24 anni e vivo a Viadana, un piccolo paese del mantovano, e sono affetto da SMA 2 (atrofia muscolare spinale di tipo 2)”

Con queste parole esordisce il giovane presidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica “Warriors Viadana Wheelchair Hockey”, presentando il suo progetto a Roma, durante il Family Day festeggiato lo scorso 22 novembre,  nel Parco di Via della Conca d’Oro.

Insieme a lui, Luca Mercuri; anche lui giocatore di hockey su sedia a rotelle elettrica. Anche lui, come Fabio, portatore di un sogno.

Merlino… un nome che riporta la memoria al simpatico mago de “La spada nella roccia”. Ma per Fabio quel mago non ha potuto fare magie. Suo padre, il sottotenente dei Carabinieri Filippo Merlino, cadde a Nassiriya quel maledetto 12 novembre 2003.

Per Fabio, Filippo aveva un sogno: tornare da quel posto e trovare per lui uno sport che fosse adatto al problema che lo accompagnava. Non è tornato, non sono tornati in tanti, ma Fabio si è impegnato anche per lui ed ha realizzato quel sogno.

Insieme a Luca Mercuri (n.d.r. autore peraltro di un libro autobiografico, “Disabilandia, il mondo che ti cambia” – David and Matthaus Edizioni, in cui con molta autoironia racconta la lunga strada percorsa per imparare a convivere con la sua patologia) si sono impegnati quindi talmente a fondo affinché il progetto da realizzare non avesse solo un mero scopo sportivo, ma diventasse invece un esempio di come  la disabilità non precluda in alcun modo né una vita sociale, né affettiva, né tanto meno impegnata su tutti gli altri fronti su cui si spalma l’esistenza di un essere umano.

Perché tutto questo avvenisse, rendendo concreto e testimoniando la validità del progetto, è intervenuto l’accordo con la Macron, una grossa azienda di abbigliamento sportivo già sponsor di squadre ad alto livello professionistico;  l’azienda ha deciso di credere nei Warriors e ci ha creduto fino al punto di  chiedere di diventare il main naming sponsor: i Warriors, i giovani guerrieri, saranno quindi i Macron Warriors Viadana.

La forza e la passione con cui Fabio e Luca hanno parlato di questo sport, spiegando nei minimi particolari come tutto ciò sia possibile, hanno regalato grandi emozioni e momenti di forte commozione.

Il progetto dei Warriors va infatti molto al di là del semplice intento agonistico; diventa progetto di aggregazione, di stimolo a far parte del mondo e non a chiudersi in un angolo di esso, di affermazione delle capacità e della volontà.

Sentirli parlare di patologie importanti, invalidanti e, purtroppo, non curabili (quanto meno attualmente) come se parlassero di un comunissimo mal di denti, quindi di qualcosa che assolutamente non deve impedire di vivere il quotidiano al pari di qualunque persona, sorprende.

Si, sorprende perché siamo troppo abituati ad incattivirci col mondo e a piangerci addosso anche per un’inezia.

Poi incontri loro, che salgono sul palco con le loro carrozzine, e ti dicono che giocano a hockey, che hanno una squadra, che hanno un sogno da portare avanti. E te lo dicono con uno sguardo sereno e il sorriso sulle labbra.

E quando senti Luca Mercuri dire “Sono felice di come sono, non mi cambierei con nessuno”, a quel punto ti senti piccolo piccolo; ti guardi, li guardi e ti rendi conto che la forza dei sogni è straordinaria. E che quel Family Day, tornando a casa, ti ha regalato più di quanto tu non abbia dato a loro: la consapevolezza che credere profondamente nelle proprie potenzialità è la più grande fonte di energia che possa esistere al mondo. Grazie ragazzi, grazie Guerrieri!

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